REVIEW PARTY Pumpkin Heads – Rainbow Rowell

L’autunno si è ormai impossessato nuovamente della nostra quotidianità e, nonostante sia tra le stagioni che preferisco meno non posso negare che comunque i suoi momenti positivi. Mentre strappo i fogli del calendario (in senso figurato, non ce l’ho più un calendario perché mi dimentico sempre di strappare davvero i fogli e ogni anno mi ritrovo sotto l’albero di Natale a fissare la lista di festività e di santi di aprile) con impazienza nella mia corsa verso il Natale non posso fare a meno di fermarmi un po’ ogni tanto distratta da Halloween, dolcetti, torte e vellutate di zucca e l’ennesimo rewatch di Casper.

Odio l’autunno, ma amo le atmosfere autunnali dei film americani, dei film di Halloween pieni di scherzi, zucche intagliate, dolcezza e profumo di cannella. Ed è proprio ciò che ho trovato in Pumpkin Heads in uscita in Italia oggi 20 ottobre nella collana Oscar INK della Mondadori. Ringrazio Angela di Io resto qui a leggere per aver organizzato l’evento in occasione della pubblicazione e la casa editrice per la possibilità di leggerlo in anteprima.

Josiah è pronto a passare tutta la notte crogiolandosi nella malinconia (è un tipo malinconico). Ma Deja ha un piano: e se, invece che deprimersi, e invece della solita zuppa di fagioli alla Casetta del Mais e Fagioli, facessero il botto? Potrebbero visitare tutti gli stand della fiera. Assaggiare tutto. E forse Josiah potrebbe perfino parlare con quella ragazza carina su cui fantastica da tre anni.
L’amata scrittrice Rainbow Rowell – autrice di Eleanor & Park e Fangirl – e l’artista vincitrice dell’Eisner Award Faith Erin Hicks si sono unite per creare questa storia tenera e divertente su due adolescenti che imparano cosa significhi dire addio a un posto – e a una persona – senza rimpianti.

Josiah e Deja sono “amici autunnali”, si frequentano ogni anno al campo di zucche e lavorano insieme alla fiera annuale. Sono una coppia bilanciata, di quelle dove gli opposti si attraggono. Josiah è timido, sempre attento alle regole e impiegato modello del campo. Deja è estroversa, carina, mossa dal desiderio di godersi ogni attimo della vita. Mentre Josiah ha una vita amorosa inesistente e da anni fantastica su una misteriosa ragazza con la quale non ha mai parlato, Deja continua a inciampare nei suoi ex – uomini e donne – e lo fa con nonchalance, senza alcun imbarazzo, a riprova di quanto sia amata da chi la conosce.
Ho apprezzato molto questa dinamica dove per una volta il ragazzo non è un conquistatore e la ragazza non è quella che ha bisogno di aiuto per uscire dal proprio guscio. A fine lettura vi invito a leggere anche lo scambio di messaggi tra scrittrice e illustratrice e la spiegazione di come sono nati i personaggi, soprattutto graficamente. Viene spiegato appunto l’intento di rompere lo schema della ragazza che deve essere sempre minuta, graziosa e in attesa di aiuto.

La storia è molto dolce e si legge in un paio d’ore nel pomeriggio sia per la lunghezza, sia perché è praticamente una caccia al tesoro e quindi si inizia a correre insieme ai personaggi impazienti di arrivare alla fine. Il finale può essere un po’ scontato, ma ammetto che se fosse stato diverso io non sarei stata felice. Rientra comunque nei gusti personali e non so dirvi se realmente l’avevo previsto o semplicemente l’ho desiderato e ho pregato che avvenisse ogni volta che giravo una pagina.
In ogni caso, è una di quelle storie dove non importa il finale, ma il percorso che fanno i personaggi e i messaggi che arrivano. Man mano che si prosegue nella lettura le riflessioni colpiscono sempre più forti e ogni volta che Deja scuote Josiah è come se scuotesse il lettore. Fa riflettere sulla rottura con l’adolescenza, con le routine che fanno sentire sicuri; sull’importanza di apprezzare ogni attimo e ciò che si possiede adesso, in questo preciso istante, invece di rincorrere mentalmente un sogno. Se proprio, proprio si vuole rincorrere un sogno, però, che almeno lo si faccia con la pratica e non elevando le persone al livello di un mito per poi passare la vita pensando a loro e diventando ciechi e ciò che si ha davanti.

In fine ho amato davvero tanto i disegni. I tratti, i colori rispecchiano lo stile delle graphic novel moderne e mi ha fatto provare nostalgia per Archie Comics e l’universo di Riverdale. Se la prima lettura avviene col fiato sospeso perché impazienti di scoprire se Josiah e Deja avranno successo nella loro impresa, una seconda lettura più calma, rilassata, magari in compagnia di una tazza di te bollente, una torta di zucca e una candela alla cannella è d’obbligo perché vale la pena soffermarsi e cogliere tutti i dettagli dei disegni della Hicks

Lascia un commento